
Il Leoncavallo è sempre stata un’ossessione della destra.
Dai tempi di Formentini e De Corato.
Non c’è veramente nulla che possa, minimamente centrare con la legalità e la sicurezza, se ti presenti con gli agenti in assetto antisommossa a sgomberare il centro, il 21 agosto, mentre è in corso una trattativa dello stesso con il Comune per un processo di regolarizzazione.
Certo processo che chi governa Milano poteva favorire e proteggere con maggiore celerità e impegno.
Resta che l’operazione di oggi è tutta ascrivibile alla premiata ditta Piantedosi – Salvini.
Che non vedevano l’ora di esibire lo scalpo di un esperimento sociale che ha arricchito per cinquant’anni la vita sociale della nostra città.
Uno scalpo per dire che la campagna elettorale a Milano è iniziata.
Su questa pagina non leggerete una domanda che oggi è molto usata sui social
“E allora Casa Pound?”.
Come se fossero due esperienze minimamente paragonabili solo perché autogestite.
Casa Pound andava chiusa da una vita perché contraria ai valori della nostra Costituzione. Il Leoncavallo è un’altra storia che parla di cultura e integrazione.
Che parla di antifascismo.
Al Leo, la solidarietà e la vicinanza dei Sentinelli di Milano.