
Il gesto di Pedro Sánchez rappresenta un atto di coraggio politico e di straordinaria umanità.
In un’Europa paralizzata dal silenzio o dalla complicità di fronte ai massacri, il premier spagnolo riafferma il senso più autentico delle istituzioni: difendere la dignità della vita umana e rifiutare ogni forma di genocidio.
Annunciare un embargo sulle armi e vietare l’ingresso a chi è direttamente coinvolto in crimini contro l’umanità non è solo una misura politica: è un messaggio etico e civile al mondo intero. La Spagna non resterà indifferente.
In un tempo in cui molti governi preferiscono nascondersi dietro ragioni geopolitiche o interessi economici, Sánchez dimostra che la politica può ancora essere guidata da valori universali di giustizia e umanità. Questo è il senso profondo delle istituzioni: proteggere i più deboli, non alimentare i carnefici.
E mentre in Spagna si alza la voce della dignità, in Italia il governo accoglie i soldati coinvolti nei massacri, garantendo loro protezione e assistenza, come se fosse una sorta di “terapia” per chi commette genocidi. Così l’Italia non solo diventa complice, ma si trasforma in rifugio e centro di riabilitazione per carnefici pronti a tornare più agguerriti a perpetrare i propri crimini. Una differenza abissale: da una parte la giustizia, dall’altra la vergogna