
Ieri sera, a Piazzapulita, un grande, grandissimo, Tomaso Montanari ha dato una vera e propria lezione a un inascoltabile Paolo Mieli sul genocidio in corso a Gaza.
Un confronto serrato, in cui Montanari ha smontato uno per uno gli argomenti negazionisti di Mieli, riportando la discussione sui fatti e sulla storia.
Mieli: “Non facciamo che commentare le affermazioni di Smotrich e Ben-Gvir. Vuoi sapere la verità? Io penso che il piano di USA e Israele sia quello di tenere a Gaza tutti i palestinesi o il maggior numero di palestinesi possibili”.
Montanari: “Mi fa piacere che Mieli ne sappia di più del presidente degli Stati Uniti che pubblica i video sul futuro di Gaza o dei ministri di Netanyahu. Ma questa è propaganda, propaganda israeliana.
Poi ci sono i fatti. Lo ha detto il presidente israeliano Herzog dopo il 7 ottobre: tutta la nazione palestinese è responsabile. E questo è nel dossier infinito delle dichiarazioni raccolte dalla Corte Penale Internazionale; è una delle frasi che ha convinto l’Associazione Internazionale di studi sul Genocidio a definirlo genocidio; lo dicono gli storici del genocidio.
Ed è importale stabilire che sia un genocidio perché è il crimine dei crimini, il crimine più efferato che si possa compiere: distruggere un popolo perché è quel popolo. E non è una questione di numeri: a Srebrenica furono uccise 9.000 persone ma ci sono stati ergastoli per genocidio. L’intenzione di Israele, ormai lo dicono tutti, è genocidiaria: distruggere i palestinesi, farli fuori e prender loro la terra, come è stato appena ammesso da Smotrich”.
Mieli: “Io mi rifiuto di usare la parola ‘genocidio’, ogni settimana c’è una commissione che dice che è genocidio”.
Montanari: “Veramente è una verità scientifica. Tu ti puoi anche rifiutare di dire che l’acqua calda è calda, ma è una forma di negazionismo. Tu, Mentana, Galli della Loggia, siete un piccolo gruppo tenace”.
Mieli: “Va bene, saremo in tre. Voi sarete 3 miliardi. Lasciateci vivere senza picchiare”.
Montanari: “Il giornalista sei tu, questi sono i fatti”.
Mieli: “Innanzitutto, i genocidi li misurano i demografi”.
Montanari: “Ma non è vero, è una sciocchezza colossale. Il genocidio di Srebrenica ha fatto 9mila vittime. Ed è un genocidio, non è una questione di numeri”.
Mieli: “I genocidi misurati che figurano nei libri di storia sono il genocidio degli armeni, quello del Ruanda…”
Montanari: “E invece il genocidio di Srebrenica non c’è sui libri di storia?”
Mieli: “Ma ho il diritto di parlare? Si può?”
Montanari: “Certo, puoi anche dire che gli asini volano”.
Mieli: “Riconoscerò che quello a Gaza è un genocidio quando, come negli altri genocidi del ’900, si potrà misurare: gli ebrei erano 9 milioni di morti e 700mila vittime, poi 6 milioni sono stati tolti”.
Montanari: “Posso chiederti da che numero in su lo considererai genocidio? Quanti ancora devono morire per fartelo dire?”
Mieli: “Ma perché è così importante dire che è genocidio? Perché è così importante arroccarsi su una parola? Smettiamola di fare gli infoiati e di tifare per una parte o l’altra. Qual è l’obiettivo dell’essere infoiati? Cosa vuoi, la distruzione dello Stato d’Israele? Vogliamo continuare ancora per un anno a soffiare sul fuoco?”
Montanari: “Ma chi soffia sul fuoco?”
Mieli: “Innanzitutto prendiamo atto che ci sono due eserciti, quello di Ham*s e quello israeliano, che hanno messo in mezzo un popolo provocando 20mila bambini morti”.
Montanari: “Alla pari?! Quindi le milizie di Ham*s e l’esercito di una potenza nucleare sono pari? E quando ha cominciato Ham*s? Nel 1948?”
Mieli: “No, il 7 ottobre 2023”.
Montanari: “Questa è propaganda, c’è una lunga storia. Tu scegli un giorno in una linea e dici che comincia tutto da lì. Non è che la storia inizia dal 7 ottobre 2023”.
Grazie, professor Montanari. Semplicemente, grazie.