Nei suoi “Pensieri”, Gustav Flaubert ci dice che la poesia è una pianta selvatica, cresce dappertutto senza essere stata seminata. Il poeta è solo un paziente botanico che s’inerpica sulle montagne per andare a raccoglierla. Se la poesia esiste vuol dire che è necessaria alla nostra vita. Non c’è nulla, proprio nulla di inutile sulla terra, e nel cielo. Ogni cosa serve a un’altra. La poesia si troverà sempre in natura, almeno fintanto che ci sarà qualcuno disposto a cercarla. E fino ad oggi, malgrado le mille calamità della storia, i poeti non sono mai mancati. La poesia serve agli uomini, come gli uomini alla poesia. Anche nel cuore del più brutto dei mondi si trova qualcuno che si arrampica nel silenzio del vento, e va a scovare i profumi della nostra esistenza autentica, fatta di sensibilità e di immotivate emozioni. I versi sono musica, e perchè dovremmo ascoltare, come direbbe Voltaire, la musica dell’anima?
Difficile rispondere a questa domanda. Forse solo i bambini hanno la risposta, solo loro vivono di eterne sorprese. Ma non hanno ancora l’abbecedario. Diventeranno grandi e scopriranno che i ricordi più belli sono quelli che abbiamo dimenticato, e stanno scritti nella poesia.