
Dopo un lungo concerto, Elvis Presley salì sulla sua limousine. Ma invece di restare in silenzio, si mise a chiacchierare con l’autista. Con il suo classico accento del Sud, gli chiese: “Questa macchina è tua o lavori per la compagnia?”
L’autista, un po’ sorpreso, rispose: “Lavoro per la compagnia.”
Elvis fece un sorriso, lo guardò e disse: “Da adesso è tua.”
Pochi minuti dopo, quell’auto di lusso non era più un simbolo per i ricchi, ma un regalo inaspettato per chi quella notte stava solo facendo il suo lavoro.
Elvis era fatto così. Regalava Cadillac, gioielli, perfino case, a fan, amici o sconosciuti. Non per vantarsi, ma per far sentire gli altri importanti. Per lui, la vera ricchezza era vedere un sorriso sincero.
È anche per questo che il suo mito va oltre la musica, i dischi o i concerti sold out. Elvis non era solo una star mondiale. Era un uomo capace di cambiare la giornata (e la vita) a chiunque incontrasse.
Perché la vera grandezza non si misura da quello che possiedi, ma da quanto sei disposto a donare.
E forse è proprio per questo che, ancora oggi, lo chiamiamo tutti “The King”