
Oggi straordinari. Si è fatto buio.
Mi prendo una pausa. Le luci giocano sulle finestre, architettando strani, arcani riflessi.
Uno sguardo annoiato alla strada.
L’etica dell’asfalto. La città si nutre d’ asfalto; viali periferici, luci al neon, fredde, producono ombre incerte, indifferenti all’ umana, straziante transumanza.
“Buonasera Dottore, anche lei straordinari.”
“Ciao Mara; si, come vedi… entra, non stare sulla porta”
“Non vorrei disturbare”
“Ma piantala; che ore abbiamo fatto?”
“Le diciannove”
Mara, 27 anni, assunta da circa un anno. Bionda tinta, alta, occhi azzurri, slavati. Sempre in minigonna; in effetti ha un bel paio di gambe affusolate. Rossi le fa una corte serrata, soffocante.
Abbiamo pochi contatti, non ho ancora capito il soggetto; soprattutto vorrei capire se, dietro quegli occhi azzurri, si nasconda un pensiero consapevole o se è la classica svampita.
Gli amici più intimi, mi ripetono, con una sincerità sfacciata, che sono pieno di preconcetti, soprattutto riguardo le donne e che sarebbe ora che mi “trovassi la fidanzata” …si, usano esattamente questa espressione. Da non credere.
“Uff, che stress…non sei stanca?”
“Mhm, non molto, lei?”
“Non sai quanto”
“Il dott. Rossi mi ha portato a pranzo in un locale molto carino; ho mangiato bene, ma troppo, mi sento ancora piena. Senta…ehm…vorrei farle una domanda, ma non vorrei essere inopportuna…”
“Tranquilla, dimmi.”
“Lei lo conosce bene Alfonso, ehm, voglio dire, il dott. Rossi?”
“Sì e vorrei non fosse così” le sorrido, lei mi rimanda un’espressione perplessa, non ha capito la battuta.
“Ecco, insomma, è da parecchio che mi fa il filo. È il mio capo e la cosa mi imbarazza. Non vorrei inimicarmelo, devo lavorarci ancora parecchi anni, ma, sinceramente, non è che mi piaccia troppo. Insomma, non so come comportarmi.”
“Giocaci.”
“Prego??” sgranando gli occhi.
“Beh, ti sarai accorta che non è esattamente un’aquila”
“Ma, non saprei, io lo trovo acculturato”
Acculturato?? Gesù, che termine!
“Ascolta, Mara, sicuramente è una persona istruita, ma non è propriamente un genio. C’è un’enorme differenza tra istruzione ed intelligenza. Tu fingi di stare al suo gioco; accetta le sue avances, ma fino ad un certo punto. Insomma: un passo avanti e due indietro. Lui diventerà matto, non capirà e, alla fine, ti lascerà perdere. Si spera.”
“Dice, dottore?”
“Beh, tu fai un tentativo.” E le sparo un sorriso a sessantaquattro denti.
“Grazie infinite. Daniela me l’aveva detto che con lei si può parlare e dà sempre buoni consigli.”
Daniela… altro argomento spinoso, lasciamo stare.