
Che Bologna stia perdendo sempre di più la propria dimensione popolare, a favore di una città a misura di persone facoltose, ormai è una realtà e non più una sensazione.
Sul New York Times un anno fa Ilaria Maria Sala raccontava di come la città sia diventata “tourist hell”: centro storico affollato da fiumi di turisti, taglieri di mortadella e negozi storici che chiudono uno dopo l’altro.
Bologna sta cambiando e non in meglio, si sta svuotando dei suoi abitanti per riempirsi di turisti, investitori e rendite immobiliari. Bologna non è una metropoli: è una città dalle dimensioni contenute con quartieri storici, una comunità viva e relazioni di vicinato.
A distanza di dodici mesi, la situazione e non è cambiata, Airbnb sono sempre più gestiti da corporazioni che comprano interi palazzi, i negozi storici continuano a sparire e il centro della città continua a perde autenticità, trasformandosi in una copia artificiale di sé stesso.
I negozi storici dovrebbero essere considerati patrimonio culturale e sostenuti, invece di essere lasciati soli ad affrontare le conseguenze di questo turismo che poco investe in questa città, ma che è in grado di modificarne i connotati.
Mi domando, siamo certi che questa sia la città che vogliono i bolognesi?