
In un mondo dove molti cercano fama, luci e applausi, Paul Newman è stato l’esatto opposto. Bello da togliere il fiato, attore premiato con un Oscar, regista, pilota… eppure, quello che lui stesso considerava “la cosa più importante che ho fatto nella vita” non era un film. Era aver aiutato gli altri, in silenzio, senza voler nulla in cambio.
Negli anni ’80, mentre Hollywood brillava di eccessi, Newman fondò Newman’s Own, un’azienda di prodotti alimentari (salse, biscotti, succhi…) con una regola unica: tutti i profitti vanno in beneficenza.
Fino ad oggi, questa scelta ha portato oltre 570 milioni di dollari a scuole, ospedali, associazioni per bambini malati, e molto altro.
Ma non si è fermato lì.
Nel 1988 ha creato Hole in the Wall Gang Camp, un campo estivo gratuito per bambini con gravi malattie, dove possono ridere, giocare, sentirsi normali. Oggi esistono decine di campi simili in tutto il mondo, ispirati alla sua idea.
Non ha mai cercato titoli sui giornali. Non ha voluto che il suo nome fosse scritto su targhe d’oro. Quando gli chiedevano delle sue donazioni, spesso cambiava argomento o faceva una battuta.
Disse una volta:
“Solo perché una persona è famosa, non vuol dire che debba comportarsi da idiota.”
Era uno che parlava poco, ma faceva tanto. Mangiava con i tecnici sul set, non con i VIP. Guidava auto semplici, vestiva normale.
E mentre molti attori chiedevano trattamenti speciali, lui dava tutto ciò che poteva per fare la differenza, soprattutto per i bambini.
Perché Paul Newman è ancora un esempio oggi
Perché ci insegna che non serve essere perfetti, ricchi o famosi per fare del bene.
Ci vuole solo coraggio, cuore e coerenza.
In un’epoca dove si misura il successo con i follower, Paul Newman ci ricorda che il vero valore si misura con l’impatto che abbiamo sugli altri.
Non devi essere una star per cambiare il mondo.
Basta essere sincero, gentile… e iniziare da dove sei.