
Nelle cuffiette, Robert Plant sta cantando “Whole lotta love” e squarciagola.
Sono sull’autobus, diretto in facoltà. Oggi non mi va di studiare, alle 10 c’è la lezione di Morini (Filosofia Politica e Sociale); è sempre un piacere ascoltarlo.
Entro nella piccola aula, riesco a trovare un posto, vicino la finestra. Lui ha iniziato:
“Quella che oggi definiscono scienza e conoscenza, è il più estremo atto di profanazione che mai sia stato perpetrato nella storia dell’umanità. L’uomo senza radici del ventunesimo secolo ha demonizzato e ripudiato quello che era il suo passato, ritenendolo obsoleto, privo di dignità e poco igienico. In verità, non c’è nulla di più lercio e raccapricciante dell’uomo senza radici; un uomo che ha chiamato libertà la licenza, furbizia l’intelligenza, e civiltà la sua schiavitù – una forma di vita che ha devastato il suo habitat e incenerito il suo spirito – un essere schizofrenico che espianta gli organi dai suoi simili per ricucirseli addosso – un imbecille che ingurgita le merendine cancerogene della pubblicità, “fatte come quelle di una volta!!” – un maniaco ossessivo che sa tutto sui pesci, e tutto sui mari quando, di pesci non ce ne sono più, e i mari sono cloache a cielo aperto – sa tutto dei ghiacciai, quando i ghiacciai marciscono e si squagliano – tutto di ogni cosa, quando ogni cosa si estingue – un mentecatto che manda giocattolini miliardari su Marte…”
Qualcuno ha alzato la mano: “Ma, professore, è il progresso.”
“Per amor d’iddio! Il solito equivoco. Non scambiamo l’avanzamento tecnologico con il progresso. Il progresso è quando, in una comunità, piccola o grande che sia, ci si prende cura dei più deboli, degli ultimi, e si gettano le basi affinché anche la loro vita sia accettabile e lo sia sempre più; quando il divario tra ricchi e poveri si assottiglia giorno per giorno. Questo è progresso. Altro è costruire macchine sempre più sofisticate , in nome di qualcosa che chiamiamo progresso, e un idiota che chiama conquiste le atrocità, le bombe intelligenti, le armi di distruzione di massa – un paranoico che viola ogni principio etico e si sottopone ad interventi di chirurgia estetica, per colmare il vuoto della sua infinita solitudine – masse di poveri invasati e idolatri sottomessi ai miti dell’intrattenimento, un sistema che sa fare tutto, tranne ciò che serve veramente all’uomo – un sistema cancerogeno che, da cinquant’anni, chiede soldi ai cittadini per la ricerca, e ti ammazza ancora con il cobalto. Nel frattempo, la pubblicità mente, la politica mente, la Chiesa mente, la scienza mente, ì giornali mentono, e ì padri mentono ai figli, in un’orgia di relativismo parossistico dove, gli egoismi e le dipendenze, non trovano ragione, e la paura, generatrice di ogni male e di ogni dolore, ebbra di sangue, sancisce il suo trionfo.
Alla tecnologia poi (che è responsabile di tutta quella montagna di rifiuti mortali che ci sta oramai sommergendo), è dato il compito del suo smaltimento e della bonifica. Sarebbe come chiedere al diavolo che abbiamo assoldato per distruggere, di ricostruire per il bene comune.
Risolvere i problemi usando gli stessi strumenti e, soprattutto, la stessa mentalità che li ha generati.
In un tale mondo, non c’è posto per la giustizia e la libertà, poiché, entrambi, possono germogliare al sole di quelle società, epurate da ogni potere.”
“Ma, professore, e l’evoluzione?”
“L’evoluzione ci ha portato Elon Musk.” Risate generali. Lezione terminata.