
[Walter] Benjamin esprime […] un sospetto, che è condiviso anche da Cassirer, da Heidegger e ovviamente da Wittgenstein: l’enfasi del soggetto moderno sulla propria presunta libertà, proprio quando il soggetto si immagina più libero e sovrano nel suo sforzo di plasmare la propria vita, nasconde processi di rimozione che, se non riassorbiti, conducono fatalmente alla rovina, individuale e sociale (Wolfram Eilenberger; Il tempo degli stregoni: 1919 1929. Le vite straordinarie di quattro filosofi e l’ultima rivoluzione del pensiero, p. 154).
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È incredibile il cambiamento di carattere che si verifica nel momento in cui intervengono forze collettive. Un essere gentile e ragionevole può trasformarsi in un pazzo furioso o in una bestia feroce. Siamo sempre tentati di attribuire la responsabilità a circostanze esterne, ma nulla potrebbe esplodere in noi, se non vi esistesse di già. In realtà noi viviamo in continuazione sopra un vulcano e a quel che sappiamo non è umanamente possibile difendersi contro un’eventuale eruzione che distruggerà chiunque si trovi entro il suo raggio di azione. Predicare ragionevolezza e buon senso è certo una buona cosa, ma se il vostro uditorio è composto di pazzi, oppure è una folla in preda a un accesso collettivo, che cosa potrete fare? Non c’è molta differenza fra i due casi, perché tanto il pazzo quanto la folla sono mossi da forze impersonali più forti di loro. Effettivamente basta una semplice nevrosi per provocare una potenza cui non si può tener testa con i mezzi della ragione (Carl Gustav Jung; Psicologia e religione, 1, p. 21).