
Nell’ottobre del 1985, un gruppo di terroristi islamici sequestra la nave italiana Achille lauro, con 500 persone a bordo, chiedendo il rilascio di 50 palestinesi detenuti in israele.
Bettino Craxi, il presidente del consiglio, incarica il ministro degli esteri, Giulio andreotti, di indagare ed iniziare una trattativa.
Nel giro di poche ore, andreotti telefona ai maggiori leader del mondo arabo, tra cui il presidente egiziano Mubarak, il leader palestinese Arafat, e addirittura il dittatore siriano Assad.
Dopo due giorni di trattative serrate, si arriva ad un compromesso: l terroristi restituiscono la nave con tutti i passeggeri incolumi, e l’Italia garantisce loro la fuga.
Ovviamente, sia gli USA che Israele, si oppongono con decisione, anche perché l’unico ostaggio ammazzato, era un ebreo americano.
Ma l’Italia resta decisa a perseguire la sua linea, secondo i suoi interessi.
L’achille Lauro approda in Egitto, viene riconsegnata dai sequestratori, che vengono imbarcati su un aereo in direzione Tunisi.
Durante il volo, 4 caccia americani, intercettano l’aereo costringendolo a dirigersi verso la base di Sigonella, in Sicilia, dove un comando della delta force americana aveva ricevuto ordine di prendere in consegna i terroristi.
L’aereo atterra, e qui Bettino Craxi fa una cosa che oggi pare incredibile: ordina all’esercito italiano di formare un cordone intorno all’aereo per difenderlo dalla delta force!
La situazione è paradossale. Soldati americani ed italiani che per 5 ore si puntano i fucili contro.
E’ la crisi di Sigonella.
Uno dei rari impeti di sovranismo italiano nel dopoguerra.
Il presidente americano, Ronald Reagan, infuriato, telefona a Craxi chiedendo immediatamente il rilascio dei terroristi. Ma Craxi non si muove di un millimetro. La nave è italiana, il territorio è italiano, gli interessi sono italiani.
Alle 6 del mattino, Reagan non può far altro che ordinare il ritiro della delta force.
Gli ottimi rapporti avuti dai governi italiani della prima repubblica, oltre a garantirci affari con le petromonarchie, ci ha anche permesso di passare pressoché incolumi gli anni del terrorismo islamico in Europa.
Bettino Craxi, inoltre è sempre stato contrario agli accordi di Maastricht che, secondo lui, avrebbero dovuti essere ridiscussi dall’Italia perché troppo penalizzanti per il nostro paese. Non è un mistero, tra l’altro, che l’ex segretario socialista fosse contrario all’Unione Europea, ma avrebbe preferito di gran lunga un Unione del Mediterraneo, dove l’Italia ne sarebbe stata il centro.
Il livello di sovranità italiana, dipende sempre dallo spessore politico di chi la governa.