
Essere maschi è nella natura. È diventare uomini che è complicato.”
Così, con voce ferma e intensa, Elena Guarnieri lo ha detto in diretta al TG5. Non in un libro, non in un’intervista privata, ma davanti a milioni di spettatori. E quelle parole hanno risuonato forti, perché dentro contengono una verità che tocca ciascuno di noi.
Essere maschi è un fatto biologico. È un punto di partenza che la vita ti consegna al momento della nascita. Non c’è merito, non c’è scelta. Ma diventare uomini… quello sì che è il vero viaggio. Un viaggio complesso, pieno di ostacoli, di sfide interiori, di battaglie silenziose che spesso nessuno vede.
Diventare uomini significa imparare che non basta crescere di età. Che l’anagrafe non basta a trasformare un ragazzo in un uomo. Servono responsabilità. Servono scelte. Serve il coraggio di guardarsi dentro e affrontare le proprie fragilità, senza nasconderle dietro maschere di forza apparente.
Essere uomini vuol dire imparare ad ascoltare quando sarebbe più facile urlare. Vuol dire tendere una mano quando sarebbe più comodo voltarsi dall’altra parte. Vuol dire rimanere, restare fedeli a chi conta su di te, anche quando tutto dentro di te vorrebbe scappare.
E quelle parole pronunciate da Elena Guarnieri davanti alle telecamere, davanti a un Paese intero, non erano solo una riflessione: erano un richiamo. Un richiamo a capire che la mascolinità non è un traguardo scontato, ma un cammino che dura una vita intera.
Ogni uomo vero si misura non dalla sua forza fisica, ma dalla sua capacità di proteggere senza dominare, di amare senza soffocare, di rispettare senza condizioni. Diventare uomini vuol dire imparare a cadere senza vergogna e, soprattutto, a rialzarsi con dignità.
È complicato perché diventare uomini significa scegliere ogni giorno chi vogliamo essere. Significa sacrificare l’orgoglio, dire “scusa” quando il silenzio peserebbe meno, difendere un valore quando tutto intorno ti invita a rinunciare.
Essere maschi è la natura. Diventare uomini è la scelta. Una scelta che non finisce mai, che accompagna ogni stagione della vita, che lascia tracce nel cuore di chi ci incontra lungo la strada.
Ed è per questo che quelle parole dette al TG5 non sono solo un titolo: sono un invito. Un invito a riflettere, a non accontentarsi, a capire che diventare uomini non è un privilegio riservato a pochi, ma una responsabilità che ognuno di noi deve affrontare.
Perché un uomo non è quello che dimostra davanti al mondo, ma quello che costruisce nel silenzio della propria coscienza.