
Con Foxtrot, i Genesis hanno trovato il loro pieno passo creativo, basandosi sulla promessa di Nursery Cryme, questo classico del 1972 ha consolidato il loro suono: teatrale, intricato ed emotivamente risonante. La vivace narrazione di Peter Gabriel, il maestoso lavoro di Mellotron di Tony Banks, la chitarra scottante di Steve Hackett, il basso punchy di Mike Rutherford e la mostruosa batteria di Phil Collins convergono tutti in un tutto coeso e drammatico che ha fatto saltare la polvere dalla competizione. Ogni traccia sembra un viaggio accuratamente realizzato – strano, stravagante e ambizioso.
Il gioiello della corona, ovviamente, è l’epico di 23 minuti “Supper’s Ready. ” Una suite diffusa e surreale che viaggia dalla calma pastorale alla bomba apocalittica, è probabilmente l’opera magnum della band. Piena di immagini bibliche, umorismo assurdo e acrobazie musicali, è l’affermazione definitiva dei Genesis dell’era Gabriel. Non meno meritevoli sono l’apertura “Watcher of the Skies” e il play-on-words “Can-Utility and the Coastliners”, entrambi mostrando l’abilità della band nel mescolare grandezza con profondità lirica.
Foxtrot è più di un album – è una dichiarazione di identità artistica che cattura lo spirito inquieto del prog nella sua forma più pura, e ispira ancora soggezione oltre cinque decenni dopo.