
Con uno dei discorsi più netti e coraggiosi mai pronunciati da un Capo di Stato in questi mesi di pulizia etnica, Luiz Inácio Lula da Silva ha ufficializzato, davanti, all’Assemblea generale dell’Onu, che il Brasile si unirà al Sudafrica nella causa per genocidio contro Israele alla Corte Internazionale di Giustizia.
Di più. Ha comunicato lo stop all’export di materiali di difesa verso Israele e la limitazione delle importazioni di prodotti provenienti dagli insediamenti illegali in Cisgiordania:
“Non c’è parola più appropriata per descrivere ciò che sta accadendo a Gaza se non genocidio.
Per questo motivo, il Brasile ha deciso di aderire al caso presentato dal Sudafrica alla Corte Internazionale di Giustizia.
Niente giustifica togliere la vita o mutilare più di cinquantamila bambini.
Niente giustifica distruggere il 90% delle case palestinesi.
Niente giustifica usare la fame come arma di guerra, né prendere di mira persone affamate in cerca di aiuto.
Mezzo milione di palestinesi non ha cibo sufficiente, più della popolazione di Miami o Tel Aviv.
La fame non affligge solo il corpo. Spezza l’anima.
Ciò che sta accadendo a Gaza non è solo lo sterminio del popolo palestinese, ma un tentativo di annientamento del loro sogno di nazione”.
Un atto di coraggio, di dignità, di giustizia. Una lezione agli ignavi.
Grazie, presidente Lula.