
Per la sua merce, ha scambiato il suo premio. Genesis
Vado sempre meno su Facebook. So bene che questo mondo è pieno di imbecilli, non ho bisogno di un Social network che me lo ricordi.
Comunque.
Faccio parte di tre, quattro, gruppi di musica.
Mai avuto niente da ridire con nessuno, su alcuni; scambi di opinioni in modo civile, pareri spesso concordi e commenti a volte tiepidi, a volte entusiasti riguardo i video che le persone postano. Ma ultimamente succede (su uno di questi gruppi) che qualcuno si lamenti dei troppi post di un determinato gruppo o un determinato periodo.
Ora, io sono cresciuto ascoltando le band che hanno letteralmente fatto la storia del Rock, in particolare del Rock Progressivo.
“Il rock progressivo (dall’inglese progressive rock), anche noto come prog o prog rock, è un genere della musica rock, evoluto dal rock psichedelico britannico degli anni sessanta e diffusosi in Germania, Italia e Francia nel corso del decennio e di quello successivi]. Similarmente all’art rock, nacque rispondendo all’esigenza di dare alla musica rock maggiore spessore culturale e credibilità” (Wikipedia, ovviamente).
“Maggiore spessore culturale e credibilità”. Io aggiungerei che i gruppi Prog sono continuamente protesi verso una “ricerca musicale”, al di fuori delle etichette.
Dicevamo; la diatriba, intavolata da ventenni di questo millennio, è così incentrata da chi “rimane ancorato a vecchi schemi” e che invece, (loro ovviamente) è aperto a nuove sonorità.
Bene, per quanto mi riguarda, sono anni che cerco nuove sonorità, ma, aihmé, trovo, quasi sempre, brani musicali scadenti, ripetitivi, con testi banalissimi, e rumore, a volte anche fastidioso.
Qui non si tratta di gusti (i gusti lasciamoli a quando prendiamo un gelato): l’orecchio, come ogni organo di senso, può essere “educato”, “indirizzato”, al bello, al gradevole.
Oggi, anche nella musica, tutto è livellato verso il basso; superficiale, banale, volgare, approssimativo. È un dato di fatto.
Inoltre, sono convinto (magari mi sbaglio), che chi suona, da anni, uno strumento, si intenda maggiormente di musica rispetto ad un semplice fruitore.
“La musica mi piace ascoltarla di sottofondo”, ecco! Che si può pretendere da un tipo del genere.
Dipenderà dal fatto che, essendo la mia passione, quando ascolto qualcosa, non voglio alcuna interferenza.
Un altro fattore è la durata nel tempo. Esistono band e canzoni che vengono trasmessi per radio o altro, da 30 40 anni; beh, un motivo ci sarà.
“Sarà la musica che gira intorno, quella che non ha futuro…” Così, il grande Ivano Fossati, già parecchi anni fa… e le cose non sono migliorate.