
C’è voluto ancora una volta lui, il premier spagnolo Pedro Sanchez, per rimettere i puntini sulle i e fermare questo clima di esaltazione generale con cui, in nome di una presunta pace, sta calando l’oblio sugli immani crimini di Israele e del suo governo criminale.
Dal vertice di Sharm el-Sheikh, in un’intervista memorabile a “Cadena Ser”, Sanchez ha spiegato perché non eliminerà in alcun modo l’embargo a Israele:
“La pace non può significare l’oblio, non può significare l’impunità.
Ci sono processi aperti davanti alla Corte Internazionale di Giustizia. Gli attori principali del genocidio che è stato perpetrato a Gaza dovranno rispondere davanti alla giustizia.
Per questo motivo l’embargo delle armi a Israele si mantiene, siamo in una fase di cessate il fuoco, dobbiamo consolidarlo e arrivare a un processo di pace”.
Perfetto.
Mentre Meloni gigioneggia con Trump e promuove il suo libro negli States, Sanchez tiene il punto fermo e mantiene in alto, praticamente da solo, la dignità di un’intera Europa scandalosamente sdraiata su Usa e Israele.
Vorrei sentire dalla Presidente del Consiglio italiana un centesimo di questa forza e coerenza politica, umana.