
“Ki 6? xché? Keffai?Cmq” No, non è Aramaico, è ciò che dovete aspettarvi da un sms scritto da un ventenne.
II linguaggio evolve… a volte involve, i posteri decideranno.
Provo ad immaginare una persona che sia stata in ibernazione negli ultimi 20 anni e adesso torna a navigare in Internet: “hai letto il mio ultimo post?” “Perché non hai risposto al mio tweet?” “Ehi, ti ho taggato su quella foto” “Ci facebookiamo?” Il tipo si chiederà dov’è finito.
Qualcuno ha detto che i cambiamenti epocali avvengono quando cambia il modo di comunicare. Bene.
La cultura orale, basata sulle memoria, la scrittura amanuense, la tipografia, ed ora…..questo. Una scrittura rapida, immediata, contratta. E io mi trovo a vivere in modo rapido, immediato, a volte “contratto”. Si sono contratti i tempi. Non faccio in tempo ad assorbire un concetto che ne devo imparare subito un altro. Non solo, ma oltre ad impararlo devo esprimerlo in modo rapido, immediato…. Etc,.etc.
Molte Cassandre stanno prevedendo la fine della scrittura tradizionale, la fine delle penne, la fine dell’inchiostro, la fine del libro cartaceo. Tranquilli, un giorno, forse, succederà, ma non domani. Sentiremo ancora il profumo della carta stampata, la consistenza delle copertine dei libri, ancora utilizzeremo penne a sfera e pennarelli. Può darsi che sparisca la Grafologia, ma tanto, io, non ci ho mai creduto
Dimenticavo: comunicare deve essere soprattutto semplice. Tutto deve essere semplice. Mi sembra di vivere in un enorme unico spot pubblicitario: veloce, dritto al punto, comprensibile da tutti. Non posso più permettermi di dire: “Se mi capiscono bene, altrimenti chi se ne frega”: con questo modo di ragionare verrei tagliato fuori, non solo dal Mercato ma dalla vita sociale stessa, dalla Comunità. Ad essere sincero io amo la semplicità; ma se in nome di questa dobbiamo rinunciare ai contenuti, beh….siamo sulla strada sbagliata.
Ho fatto un sogno. Ero in classe e la maestra diceva: prendete penna e calamaio, tutti ce li avevano ma io avevo solo una tastiera un monitor ed uno strano aggeggio a forma di topo ed ero disperato.
Mentre i miei compagni si accingevano a scrivere, macchiandosi le mani, sul mio monitor comparve una pagina bianca ed io “seppi” subito cosa fare. Iniziai a scrivere con la tastiera, andavo veloce e, cosa fantastica, ogni errore di battitura potevo cancellarlo in un istante e tornare a scrivere. Intanto il mio compagno di banco si affannava con la gomma da cancellare, aveva quasi bucato il foglio.
Le mie mani correvano veloci sulla tastiera e le idee seguivano alle idee. Potevo cambiare il carattere, potevo mettere in risalto una parola o una frase, il tutto con una freccetta sul monitor, che muovevo usando il topo grigio accanto a me. Il mio compagno di banco sembrava non essersi accorto dello strano strumento in mio possesso: meglio.
La maestra finì di dettare e cominciò a ritirare i fogli dai banchi; ancora panico: il mio dettato era sul monitor, non avevo nessun foglio da consegnare. La maestra arrivò da me ed io la guardai titubante, ma lei mi fece un sorriso rassicurante: “Tesoro, dai, stampa quello che hai scritto” ed improvvisamente sulla cattedra si materializzò un altro strano congegno; io spinsi un bottone con scritto “stampa” e dal congegno sulla cattedra uscì un foglio di carta con il mio dettato.
Prima del suono della campanella, la maestra mi si avvicinò dicendomi:” perché ogni volta ti sorprendi, sai bene di essere molto più avanti dei tuoi compagni” e sorrise.
Mi svegliai contentissimo e subito accesi il mio PC.