
Nel 1990, nel primo giorno di riprese di Thelma & Louise, Geena Davis arrivò sul set con un’emozione nervosa. Era stata scritturata accanto a Susan Sarandon in quello che sarebbe diventato un film rivoluzionario, ma in successive interviste ammise che inizialmente si sentiva “la partner junior” nella coppia. Quella sensazione cambiò rapidamente. Nella loro prima scena insieme, Davis sbagliò accidentalmente una battuta. Prima ancora che il regista potesse interrompere, Sarandon si voltò verso di lei, fece una battuta e l’intera troupe scoppiò a ridere. Davis ricordò: “In quel momento capii che Susan mi avrebbe protetta. Fu immediato.”
Nata il 21 gennaio 1956, Geena Davis arrivò a Hollywood seguendo un percorso tortuoso. Dopo essersi laureata alla Boston University, lavorò come modella per vetrine prima di debuttare al cinema con Tootsie nel 1982. Successivamente vinse un Premio Oscar per Turista per caso nel 1988. Susan Sarandon, nata il 4 ottobre 1946, si era già costruita una reputazione come una delle attrici più audaci del settore. Da Atlantic City nel 1980 a Bull Durham nel 1988, incise il suo nome a Hollywood rifiutando di essere convenzionale.
La loro chimica in Thelma & Louise, uscito nel 1991, nacque non da una perfezione sceneggiata, ma da un’amicizia reale in crescita. Durante le riprese, entrambe le attrici dovettero continuamente lottare per farsi rispettare. In un’occasione, Sarandon riuscì a far riscrivere il finale del film senza consultare il regista, convinta che la storia meritasse una conclusione più audace e poetica. Davis in seguito raccontò: “Vederla opporsi, difendere la propria posizione con la troupe e gli sceneggiatori, accese una scintilla in me. Non avevo mai visto una donna dominare così un set.”
L’iconico viaggio on the road del film divenne il riflesso del loro legame fuori dallo schermo. Nei momenti di pausa, spesso viaggiavano insieme, condividendo storie, musica e risate. Davis raccontò in un’intervista del 2016: “Susan ascoltava Aretha Franklin a ripetizione. Diceva: ‘Abbiamo bisogno di un po’ di energia femminile in questo viaggio.’” Il film divenne un fenomeno, e l’immagine di loro due che si tengono per mano negli istanti finali si impresse nella cultura pop. Ma non era solo una performance: rifletteva un legame che stava nascendo lontano dalle telecamere.
La loro collaborazione generò un impatto che andò ben oltre l’industria cinematografica. Profondamente ispirata dall’attivismo di Sarandon, Davis fondò nel 2004 il Geena Davis Institute on Gender in Media. Disse: “Se Susan non avesse sfidato i registi e lottato per dare profondità ai personaggi, forse non avrei mai capito quanto ancora ci fosse da fare.” Le due donne rimasero alleate strette, partecipando insieme a eventi, tavole rotonde e interviste, riflettendo sulla loro esperienza come trasformativa più che nostalgica.
Nel 2016, quando il cast si riunì per una proiezione speciale a Toronto, ricevettero una lunghissima standing ovation. Sarandon si chinò verso Davis e le sussurrò qualcosa che fece ridere entrambe. Più tardi, Davis rivelò la battuta: “Mi ha detto: ‘Facciamo il sequel con i motorini stavolta?’” Quel singolo momento racchiuse ciò che rappresentavano: complicità, resistenza e autenticità.
Sarandon era da tempo conosciuta per portare intensità e passione in ogni ruolo che interpretava, ma fu la sua personalità fuori dallo schermo, schiettamente politica e senza compromessi, a influenzare maggiormente Davis. Sul set, Davis osservò come Sarandon conoscesse il nome di ogni membro della troupe e si informasse sulle loro famiglie. “Non era una posa, era reale,” disse Davis. “Trattava tutti come se la loro voce contasse. Questo cambiò il mio modo di approcciarmi alle persone in questo settore.”
Il loro legame venne messo alla prova quando lo studio prese brevemente in considerazione l’idea di sostituire una delle protagoniste prima delle riprese. Quando Sarandon lo venne a sapere, minacciò di abbandonare il progetto. Davis lo scoprì solo anni dopo, rimanendo sbalordita. “Non me lo aveva mai detto. Mi ha protetta senza bisogno di ostentarlo.”