
La nube di Oort, un vasto guscio sferico di corpi ghiacciati che circonda il nostro Sistema Solare, segna il suo confine esterno, ben oltre i pianeti e la fascia di Kuiper. Si stima che si trovi tra 2.000 e 100.000 unità astronomiche (UA) dal Sole (1 UA è la distanza Terra-Sole, circa 93 milioni di miglia), il suo bordo esterno potrebbe essere lontano fino a 1,5 anni luce.
Anche viaggiando alla velocità della luce — 186.282 miglia al secondo — ci vorrebbe più di un anno per raggiungere i punti più lontani della nube di Oort. Per la prospettiva, la più veloce navicella spaziale creata dall’uomo, Voyager 1, viaggia a soli 38.000 miglia all’ora, impiegando decine di migliaia di anni per attraversare tali distanze.
L’immensa scala della nube di Oort sfida la nostra percezione delle dimensioni del Sistema Solare, mettendo in nano il viaggio di 4,3 anni luce verso Proxima Centauri, la nostra stella più vicina. Composta da nuclei cometari, si pensa sia la fonte di comete di lungo periodo. La sua distanza sottolinea l’immensità dello spazio, facendo sembrare lento anche il viaggio della luce.
Questa regione remota, ipotizzata ma non direttamente osservata, ridefinisce il nostro quartiere cosmico, sottolineando la scala inimmaginabile anche della frontiera più esterna del nostro Sistema Solare, spingendo i confini dell’esplorazione e dell’immaginazione.