
Mi chiamo Ace, sono nato nel 1951 nel Bronx e sono un musicista.
A tredici anni afferro una chitarra e il mio sogno parte da lì.
Nel 1973, insieme a Paul Stanley, Gene Simmons e Peter Criss, fondiamo i Kiss
Divento “The Spaceman” — volto d’argento, chitarra fumante, luci ed esplosioni sul palco.
Con Rock and Roll All Nite, Detroit Rock City, Beth, diventiamo più che una band: un universo visivo e sonoro.
Nel 1978 pubblico il mio album solista, e “New York Groove” diventa un inno che vola alto.
La mia chitarra plasma arie spaziali, riff aggressivi e momenti celestiali: cerco un suono che vada oltre il limo terrestre.
Lasci Kiss nel 1982 ma non lascio il rock: creo Frehley’s Comet, scrivo, suono, continuo il mio viaggio solitario.
Torno coi Kiss negli anni Novanta, canto, scroscio di note e fuochi d’artificio, ma il tempo segna le sue cicatrici.
Il 25 settembre 2025 cado nel mio studio: è lì che la mia storia inizia il suo ultimo movimento.
Il 16 ottobre 2025, in un ospedale del New Jersey, volo via all’età di 74 anni, circondato da chi mi ha amato.
Non conta che abbia inventato un personaggio, che le mie chitarre siano esplose, che milioni abbiano urlato i miei assoli.
Non conta che il mio nome entri nella Hall of Fame con i Kiss.
Resto Ace Frehley, il viaggiatore dello spazio sonoro, l’uomo che cercava stelle con una chitarra in mano.
Sono volato via, ma ogni volta che accendete un amplificatore, ogni volta che una chitarra emette fumo e tuoni, lì ci sono anch’io.