
Due o tre cose che so. Il Presidente degli Stati Uniti ha mentito sui rapporti con un procacciatore di belle ragazze a ricchi e potenti. Durante il suo primo mandato, quell’uomo, Jeffrey Epstein, ha raccomandato con una mail alla compagna e complice, Ghislane Maxwell, di ricordarsi di lui, in sostanza di ricattarlo. Sostenendo che Trump sapesse bene “cosa facevano le ragazze” e che si fosse intrattenute cin una di loro, probabilmente minorenne, “per ore, a casa mia”. Epstein è morto in carcere alla vigilia delle elezioni del 2020, in cui l’attuale presidente brigò un secondo mandato. Si sarebbe tolto la vita -dicono- ma per fratello e amici sarebbe stato ucciso o indotto al suicidio.
Detto Presidente fa cassa imponendo dazi e scarabocchiando “ordini esecutivi” con un pennarello nero a punta larga che compiace il suo enorme ego. Peccato che il potere di imporre tasse e dazi spetti al Congresso, non al Presidente. Così come quello di muover guerra. Ma Trump ha bombardato il 21 e 22 giugno siti nucleari in Iran, senza coinvolgere il Congresso, dicendo che con c’era tempo, perché l’America correva un “pericolo imminente”. Da mesi schiera navi e truppe contro il Venezuela, senza autorizzazione, per fermare -dice- il narcotraffico. Anche se dal paese di Maduro arriva, a esser larghi, appena il 2% della droga che gira negli Stati Uniti.
Trump disprezza diritto e tribunali internazionali. Ha steso il tappeto rosso ai piedi di Putin, ricercato per “crimini di guerra e contro l’umanità”. Ha invitato Netanyahu, colpito da analogo mandato di arresto, a “finire il lavoro” cioè a portare a termine il genocidio, e ha chiesto per ben due volte al Presidente di Israele di graziare il suo primo ministro, imputato in tre processi per corruzione. Si è inoltre vantato di aver imposto una “pace
perpetua” al Medio Oriente, dopo “tremila anni di guerra”. Ma l’esercito di Israele continua ad occupare oltre metà della striscia di Gaza e a uccidere bambini, coloni e soldati espellono gli arabi dalla Cisgiordania, Tel Aviv bombarda il Libano, Israele si inventa la pena di morte solo per i palestinesi.
Credo che l’Ucraina stia perdendo la guerra. Ciò non vuol dire che la Russia la stia vincendo visto che, dopo 4 anni e centinaia di migliaia di vittime, non è riuscita e prendere per intero neppure il Donbas, landa orientale povera e spopolata, che nemmeno i nazionalisti della Galizia -terra di feroci battaglie con la Polonia e osceni rapporti coi nazisti- vorrebbe più nel suo paese. Ma l’Ucraina sta perdendo perché ha meno soldati della Russia da immolare nelle trincee. Perché l’America non la finanzia e in Europa cresce il rifiuto -sarebbe meglio dire “la rimozione”- del conflitto, perché lo stato di Kiev è afflitto dagli stessi mali del suo nemico: corruzione, oligarchi, dispotismo.
L’Unione Europea beccheggia, stramba, ammaina le vele, come nave senza nocchiero in gran tempesta. A ovest, le élite borghesi liberali capiscono che gli Stati Uniti drenano fondi, investimenti e ci condannano al ruolo di vassallo minore sula scena e sui mercati internazionali. A est, temono che la Russia usi la guerra in Ucraina per ricostituire la sfera di influenza, prima zarista poi staliniana, di cui non hanno un buon ricordo. Ma né gli uni né gli altri hanno il coraggio di cercare uno straccio di unità che gli consenta di puntare su innovazione e ricerca, compresa l’Intelligenza Artificiale, su una riconversione sostenibile dell’economia e sulla la ricerca di nuovi mercati, nell’est e nel sud del mondo, nonché su uno straccio di diritto internazionale. Così stando le cose, si moltiplicano i mestatori che incassano i dividendi dell’unità, mentre picconano la casa comune: Orban, Fico, Meloni e altri, per ora all’opposizione, in Francia, in Germania e nel Regno Unito.
La sinistra -quella parte della politica che dovrebbe contestare lo stato presente delle cose- ha lasciato la testa nel Novecento. Crede ancora che il capitalismo possa accettare il governo più “urbano” proposto dalle terze vie. Non capisce che il dominio americano sul mondo è in crisi dal Nine Eleven 2001 -se non addirittura dal crollo, nel 1991, del partner e avversario della guerra fredda- e che oggi siamo davanti a imperialismi e genocidi, al plurale. E soprattutto continua a credere che le elezioni si vincano o restando “testardamente unitari” o “sfondando al centro”. Mentre, a mio modesto e discutibile avviso, serve una visione da contrapporre al Make Anmerica Great Again. Oppure si illude che “i movimenti” possano surrogare il vuoto della politica. Scivolando nel tribalismo e nell’ rifiuto dei valori universali _tolleranza, libertà, uguaglianza- senza i quali non può esserci sinistra.
Sono pessimista? Neanche un poco. Vedo più giovani che si muovono. Ricercatori che non cedano al ricatto dei super capitalisti della corte di Trump. Vedo di famiglie, anche di credenti, che non possono sentire “Dio, Patria, Famiglia”, che non credono nelle crociate, nella guerra per convertire i barbari, nel destino che vorrebbe gli occidentali padroni e gli altri schiavi.