
Attore romano dal fisico asciutto, occhi di ghiaccio ed un sorriso che è difficile da dimenticare, così come è arduo scordare che è lui una delle più importanti bandiere del buon cinema italiano del Duemila. Improbabile non rivedere in questo attore, in costante bilico fra teatro e cinema, la stessa fiamma che bruciava nel cuore di un altro grande nome della nostra storia cinematografica: Vittorio Gassman.
Nato a Roma, unico figlio maschio (in mezzo a tre sorelle) del caratterista Giacomo Rossi Stuart e di una top model, Kim a soli 5 anni debutta, biondissimo, di fronte ad una cinepresa nel film di Mauro Bolognini Fatti di gente perbene (1974) con suo padre Giacomo, ma anche in mezzo ad un grandissimo cast di attori famosi quasi impossibili da elencare tutti. È un battesimo straordinario.
All’età di 14 anni lascia la scuola per dedicarsi alla recitazione e, l’anno dopo, plana nel piccolo schermo con il film tv I ragazzi della valle misteriosa diretto da Marcello Aliprandi con Alessandro Haber e Veronica Logan (che sarà la sua fidanzata per diversi anni).
Studia teatro e nel 1986 comincia la sua carriera cinematografica. Avrà un piccolo ruolo ne Il nome della rosa (1986) di Jean-Jacques Annaud, ma la vera gavetta inizierà quando diventerà il protagonista della fortunata serie di film intitolata Il ragazzo dal kimono d’oro (1987) di Fabrizio De Angelis con Ken Watanabe, una scopiazzatura un po’ pasticciata e all’italiana di Karate Kid (1984) di John G. Avildsen.
Il debutto negli anni ’70
Nel 1989 arriva il salto di qualità sotto l’occhio sapiente di Franco Brusati che lo inserisce in un cast di glorie italiane (Vittorio Gassman, Giancarlo Giannini e Stefania Sandrelli) e nuove leve (Simona Cavallari) nel film Lo zio indegno.
Ma è solo con le fiction della serie Fantaghirò (1991, 1992, 1993 e 1994), ispirata ad una vecchia fiaba italiana (“Fantaghirò, persona bella”) per la regia di Lamberto Bava che Kim Rossi Stuart riceverà la notorietà che tanto andava aspirando. Nel ruolo del principe Romualdo, innamorato e rivale della principessa guerriera Fantaghirò, interpretata da Alessandra Martines, incanterà un vasto numero d’italiani, soprattutto i più piccoli che, oggi cresciuti, ammirando la sua carriera in continuo progresso, non possono non nascondere un caldo sorriso di compiacimento per uno dei loro idoli infantili.
Ne 1993 arriva la miniserie La Famiglia Ricordi di Mauro Bolognini e Kim è un impeccabile Vincenzo Bellini in mezzo ad un Gioachino Rossigni/Luca Barbareschi, un misurato Gaetano Donzinetti/Alessandro Gassman e un ottimo Giacomo Puccini interpretato da Massimo Ghini. Intensa la sua interpretazione anche in Poliziotti (1994) di Giulio Base, dove è partner di Claudio Amendola contro il delinquente Michele Placido.
La partecipazione ai film di qualità
Da quel momento in poi sceglie solo film di qualità: Senza pelle (1994) di Alessandro D’Alatri, ne è un esempio più che valido. Nel ruolo di un uomo psicologicamente disturbato si fa acclamare dalla critica e la buona riuscita del film, spinge D’Alatri a scegliere l’attore per prestare il suo volto a Gesù ne I Giardini dell’Eden (1998). Sarà addirittura diretto nudo da due leggende come Michelangelo Antonioni e Wim Wenders in Al di là delle nuvole (1995) e farà bruciare di passione Carole Bouquet nella fiction, tratta dal romanzo di Stendhal, “Il rosso e il nero” (1997) di Jean-Daniel Verhaeghe.
Intervalla il cinema al teatro, dove diventa quasi un mito. È un ruggente Re Lear, affianca Turi Ferro ne “Il visitatore”, ma è anche Macbeth per la regia di Giancarlo Cobelli e Amleto per quella di Antonio Calende.