
I buchi bianchi sono oggetti teorici previsti dalla relatività generale, concepiti come l’opposto dei buchi neri. Mentre un buco nero attrae materia e luce, impedendo loro di sfuggire una volta superato l’orizzonte degli eventi, un buco bianco emetterebbe materia e luce, ma nulla potrebbe entrarvi. In altre parole, è una regione dello spaziotempo da cui tutto può uscire, ma in cui nulla può entrare.
La teoria dei buchi bianchi è stata esplorata in modo approfondito dal fisico teorico Carlo Rovelli, che nel suo libro Buchi bianchi. Dentro l’orizzonte propone un’idea affascinante: i buchi neri, dopo miliardi di anni, potrebbero trasformarsi in buchi bianchi. Questo passaggio avverrebbe tramite un processo quantistico chiamato effetto tunnel, che permetterebbe alla materia e all’informazione intrappolate di “saltare” fuori, come un rimbalzo nello spaziotempo.
Una delle implicazioni più profonde riguarda il cosiddetto paradosso dell’informazione del buco nero. Secondo la meccanica quantistica, l’informazione non può essere distrutta, ma i buchi neri sembrano violare questo principio, inghiottendo tutto senza restituire nulla. Rovelli ipotizza che, nel momento in cui un buco nero diventa un buco bianco, le informazioni possano essere rilasciate.
Ma in che forma? Alcune ipotesi suggeriscono che le informazioni uscite dal buco bianco potrebbero essere trasportate da particelle o radiazione dotate di una struttura coerente, capace di codificare dettagli sulle caratteristiche di ciò che era entrato nel buco nero. In altre parole, l’informazione non si perderebbe, ma verrebbe restituita sotto forma di radiazione informata. Altre teorie propongono che queste informazioni possano emergere sotto forma di getti di materia ed energia, o addirittura che siano incise nel modo in cui il buco bianco deforma lo spaziotempo. Una delle ipotesi più speculative suggerisce che l’informazione possa perfino “viaggiare indietro nel tempo”, rendendo la nostra comprensione del tempo ancora più misteriosa.
È importante notare che, al momento, i buchi bianchi rimangono oggetti puramente teorici: non esistono prove osservative della loro esistenza. Tuttavia, la loro considerazione apre nuove prospettive per comprendere la natura del tempo, dello spazio e dell’universo stesso, e rappresenta uno dei tentativi più affascinanti di conciliare relatività generale e meccanica quantistica.