
Ammetto di aver provato forte imbarazzo ieri sera.
Forte imbarazzo nel vedere una Presidente del Consiglio e altri esponenti del governo e delle istituzioni comportarsi come attivisti diciottenni (ma neanche forse…) della gioventù meloniana.
Ora, non è che mi scandalizzi il balletto o la propaganda, ci mancherebbe: a quelle ormai non facciamo più caso purtroppo.
Ma che una Presidente del Consiglio ignori la storia del suo Paese sì, mi imbarazza tantissimo.
Perché “chi non salta comunista è” non va a colpire gli avversari politici, non creerà smacco a Elly Schlein o Fratoianni o Bonelli, no.
Non le servirà a vincere le elezioni in Campania, forse giusto qualche voto in più. E anche su quello sono scettica.
No, quel balletto insulta la storia di una Repubblica che lei rappresenta, che grazie anche ai comunisti che lei disprezza le ha permesso di avere diritto di voto come donna, di poter fare attività politica, di candidarsi ed essere eletta attraverso libere elezioni.
Tutte libertà che non sono piovute dal cielo: sono state conquistate con sangue e dolore, fatica e sudore, anche grazie a quei ‘comunisti’ di cui oggi lei si fa beffe.
Ed è proprio questa la lezione più bella di questo triste siparietto: lei può permettersi di “sfottere” i suoi avversari politici senza incorrere in alcuna sanzione o limitazione della sua libertà, come accadeva ai tempi del Duce (che molti fra le sue fila ricordano con nostalgia) perché la libertà tutelata dalla Costituzione antifascista (su cui lei ha giurato) glielo permette.
Saluti antifascisti, Presidente.
Salti meno, lavori di più. Grazie.