
Naturalmente, esiste una grande differenza di comportamenti. Alcuni, dopo aver sostenuto una tesi errata, continuano a farlo ostinatamente anche quando ogni evidenza depone nettamente a loro sfavore. Mi riferisco a quell’ampia frangia di cultura materialista che, pur messa di fronte a tutte le prove che la fisica quantistica sta fornendo sulla relazione intelligente che unisce il cosmo intero, continua a negare il fatto che il Cosmo è, in qualche modo, senziente. Avendo sostenuto per tutta la vita che esiste solo la materia e che l’uomo stesso è un burattino funzionante a orologeria sulla base di meccanismi già predeterminati, e dopo aver accumulato onorificenze nell’ambito di quella comunità scientifica che nega ogni concetto di spiritualità, costoro sono ormai obbligati, purtroppo per loro, a perseverare nell’errore.
Esistono però scienziati intellettualmente onesti, i quali, pur partendo da una formazione di base atea e materialista, di fronte alle risultanze delle loro stesse ricerche sanno emendare il proprio pensiero e non si fanno scrupolo di rendere pubbliche le loro nuove convinzioni.
Tra questi, molti fondatori della fisica quantistica. Per esempio, Werner Karl Heisenberg, fisico tedesco notissimo per il suo “principio di indeterminazione”, premio Nobel per la fisica nel 1932, affermava di aver avuto un grande aiuto nella comprensione dei meccanismi quantistici dalla sua esperienza mistica nella filosofia Vedanta.