
«A Belve? Non mi hanno invitato e non ci andrei. Questo programma è disperazione allo stato puro La Fagnani sarà anche carina, ma è colpa di chi fa il programma che deve cercare la volta in cui sei scivolato sulla buccia di banana. Cosa c’è di interessante? E gli adolescenti lo vedono che noi siamo spietati. La televisione trash di cui si parlava anni fa era l’anticamera di questo; adesso è una televisione animalesca, infatti si chiamano “Belve”, “Iene”. Non c’è nulla di umano. Parlare dei fatti propri in una trasmissione è da poveracci. Se avessi ospite Giorgia, la cantante, io gli parlerei solo del dolore per la morte del suo fidanzato Alex Baroni: quante volte sei morta quando l’hai saputo? Come sei riuscita ad andare avanti? Chi ti ha aiutata? Invece a Belve riducono la vita di Giuseppe Verdi a quando ha lasciato la moglie: sì, è vero, ha lasciato la moglie. E quindi? Cosa toglie al sublime dell’Aida? Una volta c’era Baricco che si era inventato una grande televisione e tu da quelle trasmissioni ne traevi nettare. Magari non sapevi nulla di lirica o di letteratura, ma quell’oretta ti permetteva di aprire il cervello. Ma se lo immagina Baricco che domanda: ma scusi, lei quella volta, col bagnino, c’è stata o non c’è stata? È ridicolo solo pensarlo».
Paolo Crepet