
La televisione mi sputa addosso un talk show, e già questo basterebbe a farmi cambiare canale. Ma resto, per masochismo, per vedere fino a che punto può scendere l’umanità. Sullo schermo c’è una ragazza, giovane, sorridente, con l’aria di chi pensa di avere appena inventato la filosofia. Ha fatto la tesi di laurea su “Ballando con le stelle”. Sì, avete capito bene: una tesi accademica su un programma dove gente famosa si dimena in paillettes e lustrini.
Sulla sua testolina grava una corona di alloro grande quanto piazza del Campo; la sua espressione è così compiaciuta da provocarmi l’orticaria
Mi viene da ridere, ma è un riso amaro, quello che ti lascia il sapore del vomito in gola. Una tesi su “Ballando con le stelle”: ecco il monumento funebre della cultura. Aristotele si rivolta nella tomba, Dante si strappa la barba, Pasolini si suicida. E noi qui, a celebrare il trash come se fosse un patrimonio dell’umanità.
La ragazza parla con orgoglio, come se avesse decifrato i rotoli del Mar Morto. Io penso solo che siamo caduti in basso, così in basso che ormai scaviamo con le mani nella melma. Una generazione di imbecilli che scambia il nulla per ricerca, il vuoto per sapere, la televisione del sabato sera per letteratura comparata.
E il pubblico applaude. Applaude! Come se fosse un trionfo, come se la cultura fosse davvero questo: un ballo di cartapesta, un saggio di mediocrità. Io guardo e mi chiedo se ci sia ancora un fondo da toccare, o se ormai viviamo sospesi in un eterno precipizio.
La verità è che non ci sono più valori, non ci sono più riferimenti, non c’è più cultura. C’è solo il rumore, il glitter, il trash che si traveste da pensiero. E noi, poveri spettatori, costretti a ingoiare questa farsa, a chiamarla “epoca”.