
A diciassette anni, a Londra, Richard Wright non era ancora un musicista, ma un promettente studente di architettura al Politecnico di Regent Street. Lì, nel 1963, incontrò Roger Waters e Nick Mason. Il loro interesse iniziale era il jazz e il Rhythm and Blues, ma Rick, con la sua formazione classica al pianoforte e la passione per le melodie ariose, portò un elemento di mistero e grandezza nel loro suono embrionale.
Quando nacquero i Pink Floyd, Rick fu l’architetto del loro paesaggio sonoro. Mentre Syd Barrett forniva il caos poetico e la psichedelia, era Wright a creare le atmosfere, i tappeti sonori eterei che avvolgevano le loro canzoni. Usava l’organo Farfisa e poi il Mellotron per evocare cattedrali sonore e spazi infiniti. Era il Sussurro Armonico del gruppo, l’elemento di quiete e malinconia in mezzo alla tempesta.
Il suo genio compositivo fiorì pienamente dopo l’uscita di scena di Barrett. Brani come “Us and Them” e “The Great Gig in the Sky” su The Dark Side of the Moon (1973) erano quasi interamente sue creazioni armoniche e melodiche. Non era un solista virtuoso come Page, ma era un maestro delle texture, usando l’organo e il sintetizzatore per dipingere tele sonore immense e cinematografiche.
Con il successo planetario, però, le dinamiche interne cambiarono. Roger Waters prese il controllo creativo e la sua tirannia si fece sempre più pesante. Waters vedeva nella musica di Rick un’eccessiva dolcezza, o forse una minaccia alla sua visione cupa. Il culmine fu raggiunto durante la registrazione di The Wall (1979): Waters, scontento del contributo di Wright e della sua crescente apatia, lo spinse a un punto di rottura e lo licenziò dalla band.
Rick fu costretto a finire il tour di The Wall come musicista salariato, l’unica persona nella cerchia dei Pink Floyd a guadagnare denaro dal progetto disastroso (gli altri persero milioni a causa degli enormi costi di produzione). Fu un’umiliazione che lo segnò profondamente.
Seguirono anni difficili. Mentre Waters e David Gilmour litigavano per la proprietà del nome, Rick si ritirò a vita privata, lavorando a progetti solisti minori.
La sua rivincita arrivò nel 1987, quando si riunì a David Gilmour e Nick Mason per far risorgere i Pink Floyd contro l’opposizione di Waters. La sua presenza in album come A Momentary Lapse of Reason e The Division Bell fu fondamentale, riportando quel tocco sognante e malinconico che la musica della band aveva perso. Era l’elemento che Waters, nella sua rabbia, non aveva potuto replicare.
Richard Wright morì nel 2008, a sessantacinque anni, dopo una battaglia contro il cancro. La sua scomparsa fu un colpo durissimo, sancendo di fatto la fine definitiva dei Pink Floyd. Perché Richard Wright non ha solo suonato le tastiere. Ha creato lo spazio, il silenzio e la grandezza che hanno reso il sound dei Pink Floyd un viaggio cosmico.