
Il suono petulante del citofono irrompe, ottuso, nel sogno, dileguandolo.
Imprecando mi alzo dal letto e vado a rispondere.
“Buon giorno, il signor Danesi? “Il tono è forzatamente gioviale.
“Si. “
“Bene. Buongiorno, il mio nome è Rossano. “
ROSSANO?!
“Si.” Non so se ridere o piangere.
“Senta, avremo piacere di parlare un po’ con lei. “
“Parlare…. “
“Si, ma non vorremmo disturbarla, forse ha da fare. “
“Dormivo. “Sono le otto di domenica.
“Oh, mi scusi per il disturbo, però potrebbe concederci dieci minuti per dirci cosa ne pensa della guerra delle malattie della delinquenza della droga dell’ambiente e se crede che dobbiamo rassegnarci oppure ha fiducia in una vita diversa… “
08.00 di domenica e ROSSANO vuol sapere se ho fiducia in una vita diversa
“Si, insomma, lei crede che possa esserci una possibilità di salvezza per l’uomo, che possa essere felice? “
Potreste cominciare voi, evitando di rompere i coglioni al prossimo specie a quest’ora del mattino!
“Ascolta, Rossano, io stavo dormendo. “
“Ho capito e sono mortificato, ma non potrebbe dirmi se esiste, secondo lei, una possibilità di salvezza… “
“Sto cercando di dirti che non sono abbastanza lucido per affrontare l’argomento.”
“Beh, magari ripassiamo tra qualche giorno… “
“Si. Addio. “Torno a letto.
Ale sbadiglia:
“Chi era? “
“Rossano. “
“Chi? “
“Te l’ho detto: ROSSANO! “
“E chi è Rossano?! “
“Cosa vuoi che ne sappia… “
“Ma insomma, chi era? Che voleva? “
“Una POSSIBILITÀ’ DI SALVEZZA. “
“Cosa? “
“Lascia stare; dormi. “