
“Ci hanno raccontato per anni che siamo macchine biologiche un po’ più sofisticate, pezzi di hardware bagnato che eseguono un software chiamato mente”. Federico Faggin, il fisico che ha guidato la nascita del primo microprocessore Intel 4004 e reso possibile il mondo che portiamo in tasca inventando il touch screen con cui compulsiamo il cellulare, non è d’accordo con la scienza ufficiale, che lui chiama scientismo. Dopo decenni di lavoro tra chip, quanti e coscienza, è arrivato a un’ipotesi radicale: “Coscienza e libero arbitrio non sono prodotti del cervello, sono più fondamentali del cervello. È il cervello a emergere dalla coscienza, non il contrario”.
Ho avuto l’onore di moderare il suo intervento alla conferenza Desiderio di infinito, voluta dall’associazione Natura Omnia a Verona, insieme a quello del fisico e divulgatore scientifico Massimo Temporelli. “In questa prospettiva – sostiene Faggin, che al suo postulato dedica sperimentazioni sul campo da parecchi anni – il libero arbitrio non è un bug statistico, ma la capacità della coscienza di scegliere tra le possibilità aperte dalla fisica quantistica, senza violare le leggi ma orientando il futuro tra più futuri possibili”.
È interessante che a dirlo non sia un mistico (sebbene pratichi meditazione e forme di ricerca spirituale), ma l’inventore di alcune delle tecnologie più “materiali” del nostro tempo, dai chip allo schermo tattile: l’uomo che ha trasformato il silicio in intelligenza operativa oggi ci dice che l’essere umano è molto più di una macchina che elabora simboli: “L’uomo è un centro di esperienza e decisione, irriducibile a ogni algoritmo”. In un’epoca in cui l’intelligenza artificiale sembra sapere fare quasi tutto, Faggin ci ricorda che la vera differenza non è nel fare, ma nell’essere: nella coscienza che sente e nel libero arbitrio che sceglie.
Forse la vera rivoluzione, dopo il microchip e il touchscreen, sarà questa: smettere di pensarci come dispositivi programmabili e ricominciare a vederci come autori originali, anzichè come output omologato di un grande calcolo statistico.