
Il titolo è un omaggio al film del 1977 di Enzo G. Castellari Quel maledetto treno blindato, uscito negli Stati Uniti con il titolo The Inglorious Bastards che Tarantino ha modificato in modo omofonico in Inglourious Basterds
Qui Quentin raggiunge l’apice, come sceneggiatore e come regista.
Un Tarantino sicuramente meno “splatter”, ma più attento alla storia, ed anche alla Storia. Certamente si nota un certo “impegno”, non politico, ovviamente, ma, rispetto alle storie a cui ci ha abituati, si fa un carico di un minimo di “responsabilità”.
Siamo nella Francia occupata dai nazisti, una giovane ebrea assiste all’uccisione di tutta la propria famiglia per mano del colonnello nazista Hans Landa, denominato “cacciatore di ebrei” per la sua abilità nel fiutare i loro nascondigli. La ragazza riesce a sfuggire miracolosamente alla morte e si rifugia a Parigi, dove assume la nuova identità e diventa proprietaria di un cinema.
Al contempo, in Europa, il tenente Aldo Raine mette assieme una squadra speciale di soldati ebrei, i “Bastardi” che vengono incaricati dai loro superiori di uccidere ogni soldato tedesco che incontrano e prendere loro lo scalpo, il tenente pretende almeno 100 scalpi a testa. Una rivincita dolce, violenta, fredda, crudele contro il cattivo per eccellenza. Una vendetta personale e bellica.
Una nota particolare per il soldato Friedrich Zoller, eroe della nazione tedesca per esser riuscito a sopravvivere da solo su una torre campanaria uccidendo 300 nemici. Goebbels decide di farne un film, (“Orgoglio della nazione”) ,e si deciderà di proiettarlo proprio nella piccola sala cinematografica della giovane ebrea. Lo stesso Zoller, guardando certe scene, ne rimane un po’ scosso. Intanto, la giovane ebrea prepara un piano geniale quanto ardimentoso.
Rispetto ai suoi film precedenti, è una felice sorpresa il modo in cui Tarantino filma lo spazio e i personaggi che vengono come risucchiati all’interno
Bastardi Senza Gloria prende così la forma di un lungo e multidimensionale viaggio in un mondo parallelo, dove si ritrovano a coabitare presupposti storici e fantasie sfrenate, sofisticati drammi singolari e manovre plurali di riabilitazione della giustizia (e di appaganti rivincite), personaggi minuziosamente sfumati ed umani, altri sporchissimi e provenienti direttamente dalle pagine di storie di guerra di qualche Segretissimo d’annata, soprattutto una geometrica coesione tra strappi di commedia sanguinaria e momenti di massima tensione drammatica.
Il film “regge” un bel ritmo per tutta la sua durata, ha dei bei colpi di scena, e la tensione non cala mai.
In definitiva è un gran piacere vedere i Nazisti terrorizzati e “scalpati”