
Icona del cinema mondiale, occhio inimitabile dietro la telecamera e protagonista di scene indimenticabili sul set, clarinettista in una jazz band ma anche uomo contestato e colpito dagli scandali.
È Woody Allen, al secolo Allen Stewart Konigsberg, nato a Brooklyn esattamente 90 anni fa.
Più di cinquanta film realizzati, quattro Oscar e ventiquattro nomination guadagnate, ironia, fragilità e timidezza come cifre stilistiche. E poi l’amore per la sua città, New York, protagonista dei suoi film più ancora delle grandi attrici con cui ha lavorato, “Manhattan” del 1979 una vera e propria dichiarazione d’amore in bianco e nero.
Con Diane Keaton, musa e compagna, il film intramontabile “Io e Annie”, quattro Oscar anche come miglior regia.
La fase più dura della sua vita, quella degli ultimi decenni: il conflitto con Mia Farrow, le accuse di molestie sessuali da parte della figlia adottiva, mai provate in sede giudiziaria, la freddezza di Hollywood.
Ma a 90 anni rappresenta ancora un genio del cinema contemporaneo che una volta disse: “Non è che ho paura di morire. Solo che non voglio esserci quando accadrà”.