
Il 3 marzo, giorno di santa Camilla vergine (†448/449), si ricorda la morte, a Damasco, del sultano Salah Al Din Yusuf ibn Ayyub ibn Shadi ibn Marwan, detto al Malik al Nasir, cioè “il sovrano vittorioso”, più noto in Europa come “il feroce Saladino” (1138-1193).
I. LE ORIGINI
Di origine curda, nativo di Tikrit, Saladino si era fatto notare alla corte dell’emiro di Siria, il turco Nur al Din Abu al Qasim Mahmud ibn Imad al Din Zangi, detto in Europa Norandino (1118-1174).
II. SULTANO D’EGITTO
Norandino aveva inviato Saladino in Egitto. Ivi egli aveva preso in mano ciò che restava del sultanato fatimida, prima come vizir, nel 1169, e poi nel 1171 come sultano. Sfuggito a due attentati alla sua vita perpetrati dalla setta dei Nizariti, — gli Hashishin o Assassini — aveva fatto dell’Egitto e dell’Hijaz un impero familiare e aveva edificato la cittadella di al Qala, cioè Il Cairo, di grande importanza strategica.
III. SULTANO D’EGITTO E DI SIRIA
Divenuto altresì emiro di Siria alla morte di Norandino, Saladino aveva dato corso a una lunga e difficile campagna di avvicinamento a Gerusalemme, mediante la graduale conquista di piccoli avamposti e piazzeforti. Abile nello sfruttare il mancato supporto dei regni europei e le divisioni interne al Regno di Gerusalemme, aveva tuttavia conosciuto anche un grave rovescio: la disfatta nella battaglia di Montgisard del 1177, subita per mano del Re di Gerusalemme Baldovino IV il Lebbroso (1161-1185), della stirpe d’Angiò-Gâtinais, e di Rinaldo di Châtillon (1125-1187).
IV. LA CONQUISTA DI GERUSALEMME
A seguito della disfatta del 1177, Saladino si era fermato, ma negli anni aveva gradualmente ripreso coraggio, pur non potendo sferrare il proprio attacco decisivo finché era in vita Baldovino IV.
Dopo la morte del Re Lebbroso e in capo a un anno del suo giovane successore, il nipote Baldovino V (1177-1186), della stirpe degli Aleramici, il trono della Città Santa era quindi passato alla madre del piccolo Baldovino V, sorella di Baldovino IV, la regina Sibilla (1160-1190), e al suo secondo marito, Guido di Lusignano (1150-1194).
Proprio re Guido si era lasciato attirare da Saladino in trappola: con la vittoria di Hattin, il 4 Luglio del 1187, il sultano aveva annientato l’esercito cristiano, fatto prigioniero re Guido, giustiziato Rinaldo di Châtillon, ucciso tutti i templari e gli ospitalieri catturati, venduto come schiavi gli altri prigionieri e mosso il priprio esercito alla volta di Gerusalemme.
A seguito di un lungo assedio, grazie al negoziato con Baliano di Ibelin (1140-1193), Saladino aveva infine ottenuto la consegna della Città Santa, il 2 Ottobre del 1187. In cambio del pagamento di un’ingente somma, Baliano aveva potuto riscattare la libertà per tutti i cristiani di Gerusalemme. Così, Saladino vi aveva fatto ingresso senza ulteriori violenze. Il contrasto con il bagno di sangue con cui i crociati di Goffredo di Buglione (1060-1100) l’avevano espugnata nel 1099 dipese dalle differenti modalità di conquista: secondo il costume dell’epoca, una città conquistata con un assalto era alla mercé dei conquistatori, mentre in caso di resa tutto dipendeva dalle condizioni concordate.
V. LA TERZA CROCIATA
La caduta di Gerusalemme aveva avuto una drammatica eco in Europa e il papa aveva promosso la Terza Crociata (1189-1192). Il principale condottiero della spedizione, l’imperatore Federico Barbarossa (1122-1190), era tuttavia morto guadando un fiume in Cilicia e i crociati tedeschi erano giunti ad Acri decimati e stremati. La città era stata conquistata solo grazie al sopraggiungere dei contingenti francese e inglese, condotti dai rispettivi sovrani: la guarnigione si era arresa, in cambio della promessa di aver salva la vita. Tuttavia, le lungaggini in cui era incorso Saladino nel raccogliere il riscatto per liberare i prigionieri avevano indotto il re d’Inghilterra Riccardo I Cuordileone (1157-1199) a giustiziare i 5.000 uomini della guarnigione araba di Acri che si erano arresi proprio in cambio della promessa che gli sarebbe stata salvata la vita. Questo fatto, che invero non aveva influito negativamente nei rapporti tra Saladino e re Riccardo, aveva invece portato alla lite tra i condottieri cristiani e allo sfaldamento del fronte cristiano.
Rimasto solo in Terra Santa, il Cuordileone era ancora riuscito a infliggere a Saladino una dura sconfitta ad Arsuf, nel 1191, ma il sultano era comunque riuscito a resistere alle forze crociate, troppo esigue ormai per riprendere Gerusalemme.
Saladino e il Cuordileone avevano quindi stipulato una pace in base alla quale la Città Santa era rimasta al sultano e il re inglese era tornato in Europa, ma i pellegrini cristiani avrebbero avuto libero accesso ai luoghi di culto.
VI. LA SUCCESSIONE
Saladino fu un grande condottiero e un uomo severo, ma giusto e pietoso. Non perse mai alcuna guerra e in battaglia era stato sconfitto due sole volte: nel 1177, a Montgisard, e nel 1191, ad Arsuf.
Aveva avuto almeno diciassette figli e fu il primo sultano della stirpe degli Ayyubidi. Gli succedettero a Damasco il figlio Al-Afdal ibn Salah ad-Din (1169-1225), in Egitto il figlio Al-Malik al-Aziz Uthman ibn Salah ad-Din Yusuf (1171-1198) e ad Aleppo il figlio al-Malik al-Ẓāhir Ghāzī (1172-1216), ma nella Giazira il fratello Al-Malik al-ʿĀdil Sayf al-Dīn, noto ai cristiani come Safedino (1143-1218).