
La Procura di Milano ha notificato 13 ordini di consegna documenti ad altrettante case di moda i cui nomi sono emersi a vario titolo nei fascicoli sugli opifici cinesi e sullo sfruttamento al loro interno. I marchi coinvolti sono Dolce & Gabbana, Prada, Versace, Gucci, Missoni, Ferragamo, Yves Saint Laurent, Givenchy, Pinko, Coccinelle, Adidas, Alexander McQueen Italia, Off-White Operating.
Nelle richieste di consegna della documentazione il Pm Paolo Storari ha spiegato che dai filoni d’inchiesta su altre case di moda “sono emersi episodi di utilizzo” di lavoratori cinesi sfruttati in laboratori o opifici-dormitorio, dove sono stati trovati anche prodotti dei marchi ora finiti nel mirino. Secondo la procura “è necessario appurare il grado di coinvolgimento nell’utilizzo della manodopera sfruttata e l’idoneità dei modelli organizzativi” dopo aver “rilevato episodi di utilizzo di manodopera di etnia cinese in condizione di pesante sfruttamento”.
Nel servizio “Fuori moda” di Luca Bertazzoni abbiamo raccontato le condizioni di lavoro cui alcuni operai erano sottoposti in opifici cinesi che, alla periferia di Milano, lavoravano per la casa di moda Dior. Durante le ispezioni, i Carabinieri avevano trovato lavoratori senza contratto, un dormitorio, borse pagate 53 euro e rivendute in boutique a 2600 euro. Il tribunale di Milano aveva disposto per la casa di moda francese l’amministrazione giudiziaria, poi revocata in via anticipata rispetto alla scadenza di 12 mesi fissata in origine. Del lato oscuro del mondo della moda Report tornerà a occuparsi nelle prossime puntate.