
L’ormai consueta polemica che accompagna la fiera “Più libri più liberi” è l’ennesimo assist alle destre.
Il surreale dibattito di questi giorni, che si potrebbe riassumere nel celebre adagio morettiano “mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?”, è stato un gran regalo all’estrema destra e al governo.
È stato un gran regalo a quella destra che ormai vive di vittimismo. A quella destra che ricorda quei calciatori scorretti che prima dell’avvento del VAR si tuffavano in area per far assegnare un rigore alla loro squadra.
Gli stessi che hanno protestato per la presenza di quella minuscola casa editrice, sconosciuta ai più, con il solito autoreferenziale strombazzamento, avrebbero potuto inviare quella stessa missiva agli organizzatori in forma privata.
Probabilmente avrebbero ottenuto l’esclusione della minuscola casa editrice dalla prossima edizione, senza farle tutta questa pubblicità e senza assicurarle quella protezione politica che probabilmente le frutterà uno spazio in quella fiera per i prossimi 20 anni.
Quei testi sono ripugnanti? Sono contrari alla nostra Costituzione? Verissimo.
Ora però quei testi qualcuno li comprerà, magari per metterli su uno scaffale a prendere polvere insieme al celebre libro di un ex generale, ora europarlamentare, che deve la sua fortuna a chi per contestarlo lo ha trasformato in un personaggio.
Poi a me quel personaggio fa comodo perché come sapete mi diverto a spernacchiarlo, ma sarebbe stato meglio lasciarlo nell’anonimato, ecco.
In Italia il 65% delle persone sopra i 16 anni non legge neanche un libro all’anno. Siamo terzultimi in Europa per consumo di libri. Siamo un Paese in cui si stampano più libri di quelli che si leggono.
Le ideologie aberranti del passato – che qualcuno ripropone in maniera più o meno esplicita – e le idee aberranti del presente, non fanno proseliti perché contenute in qualche libro, ma si nutrono dei libri non letti.
Quando vi mostro gli analfabeti funzionali che votano certi partiti, non vi mostro solo la loro ignoranza, ma l’incapacità delle loro menti ad elaborare un pensiero più complesso di un insulto da bambino delle elementari con problemi comportamentali.
Perché chi non legge un libro o un articolo di giornale (fermandosi al titolo…) non solo sa meno cose, ma atrofizza anche il suo cervello e perde la capacità di pensare.
E quindi, se oggi siete a Roma, mi troverete nel pomeriggio a “Più libri più liberi”, allo stand di People, dove firmerò le copie de “La rivalsa del nero”.
Perché sì, sono un gran figo e mi si nota più se vengo. E in disparte non mi vedrete mai.