
Immaginate come sarebbe il futuro dei nostri bambini se alle elementari insegnassero queste due abilità relazionali: ascolto attivo e alfabetizzazione emotiva. Faccio un esempio pratico per ognuna.
Ascolto attivo: si ferisce alla capacità di ascoltare veramente il nostro interlocutore senza giudicare, rispettando i turni di parola, lasciando finire di esprime un concetto e rispondere solo dopo.
Esempio: una maestra assiste al dialogo tra due bambini, poi chiede a uno “Cosa ha detto il tuo compagno?”.
Il bambino risponde e la maestra chiede all’altro se è stato effettivamente capito, altrimenti li aiuta a spiegarsi meglio.
Alfabetizzazione emotiva: è la capacità di comprendere e di conseguenza nominare cosa si prova. Bisogna essere specifici, evitando definizioni generali.
Esempio: un bambino fa bene i compiti e l’insegnante lo premia con un bel voto, poi gli chiede “Come ti senti?”
“Bene!” risponde il bambino.
“Ma bene perché, cosa è successo che ti è piaciuto?”
“Ho fatto bene i compiti, sono stato bravo!”
“Esatto, è per quello che ti senti bene! Ti sei sentito capace di fare da solo i compiti. Questa bella sensazione che provi si chiama orgoglio. Vuol dire che sei contento di te.”
Bambini che sanno ascoltare gli altri e sanno capire le loro emozioni diventeranno adulti sensibili, tolleranti e aperti al dialogo.